Organizzazione di Volontariato KJ+
LABORATORIO TEATRALE
Storia del Laboratorio Teatrale Tonolli
Nello spirito fondante della Kj+ stessa, nel 2010, nasce dall’intesa tra la presidenza di allora ed il maestro Massimo Scaglione, il Laboratorio teatrale Tonolli, esperimento volto all’esperienza teatrale integrata tra soggetti normodotati e soggetti con disabilità prevalentemente (ma non esclusivamente) visiva.
Massimo Scaglione stesso ed i suoi colleghi Fulvia Roggero, Vincenzo Santagata e Maria Paola Bardelli, attori professionisti ed insegnanti del prestigioso Centro di Formazione Teatro delle Dieci, riescono da subito con grande professionalità ed umanità a creare un ambiente in cui tutti si sentono valorizzati, compresi nelle proprie peculiarità e dove soprattutto la disabilità non viene più percepita come tale.
Questo è il punto di forza di questo Laboratorio, che lo rende diverso da tutti gli altri.
Chi entra a far parte della compagnia infatti arricchisce il proprio bagaglio personale sia dal punto di vista artistico che da quello umano, imparando a relazionarsi con la disabilità nel modo più corretto, cioè con naturalezza.
L'ipovedente o il non vedente, impara a muoversi nello spazio con maggiore scioltezza, apprende quel linguaggio non verbale fondamentale in una cultura come quella italiana, e questo non può non riflettersi anche al di fuori del laboratorio e del palcoscenico, investendo i rapporti umani, quelli professionali e quelli sociali. Se durante uno spettacolo un non vedente corre non è dunque un effetto taumaturgico, bensì il prodotto di un sapiente lavoro cucito ad hoc sulla persona da parte di professionisti che non si risparmiano e che credono nel progetto con passione.
Ne consegue che il gruppo ha raggiunto una tale coesione umana che chi entra a farne parte nel corso degli anni, con facilità riesce ad integrarvisi come in una grande famiglia. Ciò che ci si proponeva all’atto della sua fondazione si esprime quindi ancora oggi pienamente dopo dieci anni di attività.
Questo ha portato a costanti progressi a livello interpretativo permettendo al gruppo di cimentarsi in spettacoli via via più complessi e coinvolgenti.
Se nei primi anni infatti i “saggi di fine anno” consistevano in una serie di divertenti sketch, per lo più i classici intramontabili di Achille Campanile, per consentire al gruppo di prendere confidenza con il palcoscenico e gestire l’impatto con il pubblico, gli anni successivi ci si è cimentati in opere più impegnative.
Nel 2013, per la prima volta, il gruppo porta in scena un'opera unica: si tratta di “Baruffe, strepiti e temporali” ispirato a "Le baruffe chiozzotte", commedia di Carlo Goldoni, testo tradotto e adattato dai registi.
L'anno successivo si torna al format degli sketch, ma rilevante è il tema rappresentato: lo spettacolo, infatti, si intitola "La Trilogia dei Sensi", tratto da autori vari, e riporta l'attenzione proprio sull'uso dei sensi (nello specifico, udito, tatto e olfatto), coinvolgendo anche il pubblico accompagnato in un percorso sensoriale alla scoperta (o riscoperta) del mondo “al di là della vista”, senso di cui la nostra civiltà (definita da più parti come "la civiltà dell'immagine") spesso abusa.
Nel 2015 il Laboratorio porta in scena “Il mare di latte” adattamento teatrale dei registi del romanzo "Cecità" di Josè Saramago; con questo spettacolo è raggiunta una maturità tecnica e una consapevolezza capaci di coinvolgere totalmente il pubblico, di emozionarlo, di farlo riflettere più nel profondo. Il gruppo mette davvero a frutto lo spirito "inclusivo" che lo contraddistingue: infatti, per poter realizzare lo spettacolo, i soggetti vedenti hanno dovuto "immedesimarsi" in chi non vede, aiutati nel percorso proprio da quelli con problemi visivi; ma l'immedesimazione non è passata solo dal recitare bendati durante le prove, quanto dalla comprensione del mondo di chi vive quotidianamente senza l'uso della vista, senza compassione o pietismo, ma con la voglia di andare oltre il muro della non conoscenza, del pregiudizio. Il risultato è stato straordinario, sia a livello di gruppo teatrale, sia sul pubblico.
Nel 2016 si torna allo spettacolo diviso in parti, dal titolo "Delitti perfetti", composto da due opere, riadattate dai registi: alcuni sketch "onirici" tratti dall'opera "Delitti esemplari" di Max Aub, ed un giallo, "Il boia non aspetta" di J. D. Carr.
Nel 2017 il gruppo porta in scena uno spettacolo dal notevole livello tecnico: "Soggetti smarriti" liberamente ispirato a “Confusioni” di Alan Ayckbourn. Si tratta di tre sketch, uniti dal filo conduttore della "follia", sull'orlo della quale spesso si muovono gli esseri umani con le loro esasperazioni quotidiane.
Nel 2018 la maturità tecnica e l'esperienza ormai pluriennale del gruppo danno luogo a una delle più riuscite rappresentazioni portate sul palcoscenico. Si torna all'opera d'autore, con "Il berretto a sonagli" di Luigi Pirandello, sapientemente riadattato dai registi che apportano novità molto interessanti alla rappresentazione, tra cui l'introduzione di parti corali e intermezzi con maschere e pupi interamente autoprodotti, per ricreare quel metateatro che contraddistingue il pensiero pirandelliano.
Nel 2019 il gruppo raccoglie i frutti di quanto fatto negli anni precedenti, soprattutto a livello di consenso del pubblico, con un successo di presenze, a cui la compagnia propone l'opera unica liberamente ispirata a "Sarto per Signora" di G. Feydeau, commedia degli equivoci. L'effetto sul pubblico è estremamente positivo: il gradimento durante lo spettacolo e le numerose richieste di repliche lo hanno attestato, infondendo nel gruppo soddisfazione e motivazione per i lavori futuri.
In questo crescendo di impegno e nella volontà di superare le difficoltà, l’obiettivo che il laboratorio si era prefisso, l'integrazione, è stato raggiunto grazie alla passione di noi tutti, registi e compagni di avventura!
CONTRIBUTI PER LABORATORIO DI TEATRO ANNO 2024